Secondo itinerario - Il primo deserto [km 220]

iamo nuovamente ad El Alamein, e superato il passaggio a livello, imbocchiamo la pista Rommel. In questi paraggi vi era un ospedale militare sotterraneo ma se ne sono perse le tracce. Procediamo per qualche km fino ad un incrocio: ci appare una strada asfaltata che corre praticamente parallela alla litoranea. Svoltando a sinistra dopo circa un chilometro vediamo un muro perimetrale con una cancellata. Numerosi cartelli indicano “MINE”, una garitta sgangherata ospita un soldato di guardia: è il deposito delle mine attive che man mano vengono rinvenute nel deserto ad opera della squadre di sminatori.


Deserto
Pista Rommel
Deposito mine
Strada per El Dabah
Canale idrico

Torniamo indietro e percorrendo la strada in direzione El Dabah attraversiamo parte della piana della battaglia. Incrociamo la "pista rossa" e la "Otto piste" che parte da Sidi Abdel Rahman, sulla sinistra le alture di Miteiriya, in lontananza Tell Aqqaqir. Si incontrano alcuni ruderi di casamatte, il canale che porta l'acqua da Alessandria, e sparsi nel terreno non è impossibile trovare qualche cimelio dissepolto ma la zona è molto battuta. In lontananza comincia a definirsi la sagoma di una piccola piramide: questo è il punto dove è precipitato nel settembre 1942 il Cap. H.J. Marseille, asso dell'aviazione tedesca.
Attenzione Mine!
La piramide
La piramide
H.J. Marseille
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In Egitto, sono numerosi i mausolei ed i monumenti per i soldati tedeschi del deserto; i dirigenti del paese, soprattutto Sadat, hanno sempre manifestato chiaramente la loro ammirazione per i guerrieri venuti dalla Germania. Il monumento in onore dei soldati, morti servendo nell'Africa Korps a El Alamein, come il monumento in onore di Rommel a Tel el Eissa, ne sono una testimonianza. Nel 1989, è stato restaurato, non lontano da El Alamein, un monumento a forma di piramide a gloria del pilota e asso tedesco che veniva chiamato la "Stella dell'Africa"; vi si legge in tedesco, arabo e italiano: "Qui morì, invitto, il Capitano H. J. Marseille, il 30 settembre 1942". Suggestiva costruzione piramidale a base quadra in pietra locale inscritta in un perimetro di ciottoli: intorno qualche piccolo rottame ferroso. Rientriamo verso Sidi Abd el Rahman: piccolo borgo sopra una collina che fu caposaldo dell'Asse, officina riparazione carri, cimitero di uomini e relitti. Utile fermarsi per un thè e visitare il paese. Proseguendo sulla litoranea raggiungiamo El Dabah, importante centro logistico e aeroporto dell'Asse ma nulla è rimasto di significativo per cui conviene puntare in direzione Fuka. Dopo circa 15 km troveremo sulla destra una moschea colorata in rosso e verde, bene proprio di fronte si scorgono le colline di El Romanjia, esattamente al di la della strada. Insediamento romano di epoca adrianea e consta di un complesso di costruzioni con vasche degradanti le une nelle altre, fondamenta di edifici e una marea di cocci, vasellame e manici d'anfora sparsi su tutto il suolo.
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Il beduino che abita accanto non sempre è cordiale e comunque conviene effettuare la visita in pieno giorno e non verso il tramonto altrimenti brontola!!! Riprendiamo la marcia e raggiungiamo Fuka, punto di ritrovo dei soldati in ritirata, sede di ospedale sotterraneo, aeroporto e centro rifornimenti, ma anche qui è rimasto poco se non la vecchia stazione circondata da un alto muro.
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Ingresso a Fuka
La stazione
La stazione

Dopo una buona mezz'ora di auto e superato il posto di blocco si intravede finalmente la zona di Marsa Matruh. Bella e grande città, la maggiore a ovest di Alessandria, si affaccia direttamente sul mare per mezzo di una grande insenatura che delimita una laguna sede di porto. Nella periferia sono ancora visibili i resti degli imponenti trinceramenti costruiti dagli inglesi che nulla sono valsi ad arrestare la travolgente avanzata delle truppe dell'Asse nella prima estate del 1942, impossessandosi così degli enormi rifornimenti dislocati in questa importantissima base logistica. La città è in fase di completa ristrutturazione, preparandosi ad accogliere il turismo dilagante ma conserva ancora intatto il fascino delle città egiziane. Numerosi negozi, gioiellerie, punti di ristoro con prelibati kebab (dicono i migliori d'Egitto) e falafel (le famose polpette fritte di ceci) fanno da contorno a strade ampie e relativamente in ordine. Una sosta al mercato libico, un sorso di thè e via verso la spiaggia di Rommel. Su un braccio dell'imboccatura della laguna si trova una antichissima caverna usata forse come granaio in epoca romana e successivamente sede di un quartier generale del feldmaresciallo, ora adibita a museo. Invero non un granché, qualche foto, alcuni cimeli, una bandiera e infine il mitico cappotto di pelle di Rommel.
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Piacevole e bella l'estensione del giro verso la cosiddetta spiaggia di Cleopatra: un'altura a ridosso di un mare color indaco sormontata da rovine di un palazzo di epoca tolemaica; per terra numerosi cocci frammisti ad una sabbia bianchissima quasi accecante.
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Uno dei faraglioni che sono di “guardia” è scavato all'interno e ne è stata ricavata una sala con un trono. Questo itinerario richiede una giornata.
28 Luglio 2008 / v06

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